Teatro per Ragazzi

Domenica 23 Febbraio ore 16.30 - Hansel e Gretel ...ovvero la trappola perfetta
“Chi rosicchia la casetta?” dice la strega, “Il Vento il venticello o il celeste bambinello“ rispondono i bambini con la bocca piena.
La casa di marzapane, eccola là nel cuore della foresta, un’immagine che toglie il respiro e fa venire l’acquolina in bocca.
Un’immagine che nessuno dimentica: com’è attraente e tentatrice questa immagine, e com’è terribile il rischio che si corre se si cede alla sua tentazione! Passare dalla paura di morire di fame a quella di essere divorati. Ma per fortuna l’astuzia vince sempre sulla cattiveria...e la strega può essere spinta nel forno e bruciare!
Lo spettacolo prende ispirazione dalla famosa fiaba di Hansel e Gretel.
Fintanto che i bambini continueranno a credere nelle streghe - e ci hanno sempre creduto e sempre ci crederanno - bisognerà raccontare loro che grazie alla loro abilità e alla loro astuzia si libereranno da queste figure persecutrici che popolano la loro immaginazione.
Ma le streghe non popolano soltanto l’immaginario infantile e spesso la paura di essere “mangiati“ diventa una realtà anche nel mondo degli adulti!
Spettacolo realizzato con tecniche miste: pupazzi ombre video attori. La fascinazione del Teatro d’ombre si mescola con le immagini rarefatte e decise della proiezione video, dando luogo a un linguaggio nuovo, ambivalente. Il ritmo non lascia un attimo di respiro e coinvolge completamente lo spettatore toccando nel profondo le sue corde emotive.
Liberamente tratto dalla fiaba “Hansel e Gretel“



Domenica 9 Marzo ore 16.30 - L'elefante scureggione
Si tratta di un lavoro semplice e divertente sulla tolleranza, sull’accettazione dei propri difetti e sull’amicizia. E’ la storia di un elefante che aveva un piccolo problema rumoroso e puzzolente. Per questo tutti nella foresta lo chiamavano L’ELEFANTE SCUREGGIONE. Finché era piccolo tutto andava bene ed le sue puzzette era ben tollerate, ma quando diventò grande i suoi peti diventarono un grosso problema: spettinavano il Leone, sconquassavano gli ippopotami e facevano svenire scimmie e scimpanzè. L’elefante rattristato per tutti i guai che involontariamente combinava decise di trasferirsi in città. Lì le cose sembravano andare meglio: il rumore delle automobili nascondeva le sue scorregge e la puzza che emanavano non era riconoscibile in mezzo a tanti altri cattivi odori. L’elefante era felice ed andò ad abitare in un bell’appartamento, ma purtroppo  i suoi vicini ben presto si accorsero del suo difetto e cominciarono a protestare per la puzza e per il rumore. Triste ed affranto l’elefante vagava da solo
per strada, non sapeva cosa fare, non sapeva dove andare. Nel suo malinconico vagabondare arrivò al Luna Park e lì incontrò il Venditore di Palloni che ebbe una grande idea: sfruttare questa potenza che esce dal sedere dell’elefante per gonfiare i palloni colorati. Così il Venditore di Palloni e l’Elefante Scureggione fecero una grande società che rese felici tutti i bambini della città e le ... scuregge ... dell’elefante imprigionate nei palloni non mandarono più cattivo odore e diventarono colorate. Ma le sorprese non sono finite perchè nella vita di un elefante felice possono succedere tante cose e allora... chissà cosa ancora accadrà!



Domenica 30 Marzo ore 16.30 - Il gatto con gli stivali
La celeberrima fiaba, scritta da Perrault (Le Chat botté) attorno alla fine del ‘600, è nota ai più nella traduzione di Carlo Collodi del 1875.
In questa allegra versione burattinesca, rivolta sia all’infanzia che ad un pubblico di tutte le età, si prendono un po’ le distanze dall’impostazione moralistica, tipica della tradizione delle favole, per cui “per i giovani l’industria, l’abilità e la svegliatezza d’ingegno valgono più d’ogni altra fortuna ereditata”. Con vena più scanzonata ed ironica si punta l’attenzione sul personaggio del gatto, nella cui scaltrezza il pubblico dei bambini volentieri s’immedesima, quasi ad esorcizzare le difficoltà e le inadeguatezze dei piccoli di fronte al complesso mondo degli adulti.
Ci hanno aiutato nell’intento le numerose versioni presenti nella tradizione popolare italiana come “La Golpe” del Pitré o “Re Messemi-gli-becca-il-fumo” del Nerucci e ancora nell’Imbriani e nello Straparola. Quasi sempre l’astuta bestiola è una gattina, mentre il ragazzo è rozzo e incapace e spesso l’ingratitudine verso l’animale fa perdere al giovanotto ogni ricchezza. Non nel caso di questa messinscena dove, come al solito, abbiamo scelto un rassicurante lieto fine, preceduto, però, da una prova di lealtà e sincerità da parte del “Marchese di Carabà”


In collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo